Sperlinga, Spillinga in siciliano, Sperrënga in gallo-italico, comunque vogliate chiamarla, è una perla di architettura rupestre che non potete perdere. Il suo nome deriva dal greco Spelaoin (grotta); le popolazioni del luogo, infatti, ricavavano le loro abitazioni direttamente nella nuda pietra.
Le grotte di Sperlinga
Situato nel centro nord della Sicilia, a circa un’ora di macchina (47 km) da Enna, dove i monti Erei lasciano il passo al parco dei Nebrodi e delle Madonie, questo delizioso paesino di circa 800 abitanti ti accoglie, gentile, con un centro storico unico nel suo genere.
La parte più caratteristica del borgo è indubbiamente il castello, una regale dimora rupestre plasmata all’interno di un enorme rilievo di arenaria, nella quale sono state scavate una serie di grotte, tra loro collegate in modo da formare diversi ambienti funzionali alla vita nel castello.
Si entra risalendo il rilievo fino al portone principale e, da qui, si accede ai vari locali: dalle sale degli abitanti alle cucine, dai magazzini alle scuderie, dalla chiesetta alla fucina e ai depositi d’acqua.
Le canalizzazioni e l’orologio
Le canalizzazioni scavate intorno al castello servivano per raccogliere la preziosissima acqua piovana e convogliarla nelle cisterne. Uno degli ambienti che suscita più curiosità è la stanza circolare dell’orologio, chiamata così perché ospita un curioso sistema di misurazione del tempo.
Nella parete sono state scavate dodici piccole nicchie che lasciano filtrare i raggi del sole e con ogni probabilità veniva utilizzato come luogo di culto.
Il castello
Il castello è stato edificato in più epoche. Le parti più antiche risalgono al periodo dei Siculi (1500 aC) e quelle più recenti al periodo normanno (1100 dC). Queste ultime, realizzate in mattoni, si trovano, in generale, nella parte più alta e svettano dal monolite di arenaria.
Il castello si sviluppa su più livelli, tra loro collegati attraverso passaggi e scale scolpite nella pietra. Dai terrazzi della parte più alta del castello, anch’essi realizzati su più livelli perché seguono la morfologia della roccia, si può godere lo splendido panorama che lo circonda: il parco dei Nebrodi a nord, il l’altopiano di Gangi e il Parco delle Madonie a ovest, il parco dell’Etna e i monti Erei a sud-est.
Il castello è visitabile ed è stato riaperto al pubblico lo scorso dicembre, quando i lavori di ristrutturazione e restauro, lo hanno restituito in tutto il suo splendore.
Testimonianze di un lontano passato, abitazioni e necropoli, si trovano tutte intorno a Sperlinga, sugli affioramenti di arenaria, in particolare nelle contrade di Perciata, Capo Strà, Cicera e contrada Rossa, dove sono state stati ritrovati cocci risalenti a 4.000 anni fa.
In origine le grotte avevano un uso funerario, testimoniato anche dalle tombe in arcosolio del periodo paleocristiano rinvenute. L’uso abitativo è successivo; la loro origine è riconducibile all’epoca del Siculi ma lo sviluppo maggiore si ebbe in epoca bizantina.
Anche nel centro abitato di Sperlinga, alle pendici sud del castello, tutto il fianco della rupe è traforato. Una serie di grotte scavate in file sovrapposte, alcune con forni e comignoli, sono attraversate da piccole stradine che sembrano suddividere il borgo rupestre in tanti piccoli villaggi. E tutto è davvero ben conservato.
Il Borgo più grande comprende una cinquantina di grotte, che sono state utilizzate come abitazioni fino agli anni ‘60. Caratterizzate da una temperatura costante di circa 20°C, sia in estate che in inverno, all’interno vi vivevano le famiglie più povere insieme ai loro animali.
Sono quasi tutte di proprietà privata: alcune sono state ristrutturate, altre vengono utilizzate come depositi o cantine e quelle acquistate dal Comune sono oggi trasformate in museo etnografico.
Dai Vespri siciliani allo sbarco degli americani
“Quod siculis placuit, sola Sperlinga negavit.” (Quello che piacque ai Siciliani, soltanto Sperlinga l’ha negato).
Questa frase, che si trova scolpita nel vestibolo dell’arco d’ingresso del castello, testimonia un episodio curioso accaduto durante la guerra dei Vespri siciliani nel 1282.
Una guarnigione degli Angioini, cacciata da Palermo, trovò rifugio a Sperlinga e mentre tutta la Sicilia si ribellava e combatteva i francesi, nel castello fu offerta loro protezione. Ci vollero tredici mesi per espugnare la fortezza.
Qualche secolo dopo, la storia regala a Sperlinga un’altra famosa testimonianza. Siamo nel 1943, lo sbarco degli Americani viene documentato da un fotografo che diventerà famoso proprio per quegli scatti realizzati durante lo sbarco. È Robert Capa.
Il suo obiettivo cattura la scena di un soldato americano accovacciato vicino al piccolo contadino di Sperlinga, Francesco Coltiletti, che gli indica la direzione da seguire.
La foto è stata scattata nella contrada Capostrà di Sperlinga, lungo la strada che da Gangi va verso Troina ed è diventata icona dello sbarco alleato. Nel luogo della fotografia, lungo la strada statale 120, è stata collocata una targa che ricorda l’evento.
Dialetto e tradizioni
Un’altra particolarità di Sperlinga è che, ancora oggi, si parla un dialetto con cadenze e termini liguri e lombardi: il gallo-italico di Sicilia. Si tratta di un retaggio della presenza di coloni provenienti da Novara, Asti e Alessandria, che nel 1300 si insediarono all’interno della Sicilia, in particolare nelle provincie di Enna e Messina.
Una filastrocca tipica di Sperlinga, in dialetto, recita: ”A Sperrënga u sannu tutte che ghiavém ‘n gran casteu … precchè du so genere è u chiu beu”.
Tra le produzioni tipiche artigianali, ci sono le “frassate”, coloratissimi tappeti tessuti a mano su vecchi telai in legno e il “tortone” un dolce locale a base di farina, lievito, olio d’oliva e zucchero, fritto e poi cosparso di zucchero e cannella.
Il 16 agosto Sperlinga celebra la Sagra del tortone, con una rievocazione storica dell’assedio del 1282 e l’Elezione della Dama dei castelli.
Informazioni utili
Le guide turistiche dell’Associazione Professionale Guide Ambientali Escursionistiche organizzano visite guidate al castello, nel borgo, nelle riserve e nei siti rupestri del territorio. Per le prenotazioni è possibile contattare Salvo Lo Sauro 3488724073 – 3407840354, losauro.sal@libero.it https://www.facebook.com/sperlinga.net/
Testo e foto di Patrizia Cicini e Salvo Lo Sauro