Quando si attracca a San Domino, ad accoglierci non ci sono solo le acque cristalline ma anche un avvolgente senso di pace e benessere. Ospitando il porto, è il punto di partenza per la visita di tutte le altre Tremiti (oltre a San Domino: San Nicola, Capraia, Cretaccio e Pianosa).
Fare una gita in questa oasi di natura è un toccasana perché consente di staccare totalmente la spina dal trambusto e dalla realtà. Non a caso, un grande artista italiano aveva scelto il proprio rifugio nella selvaggia San Domino, precisamente su Cala Matano.
Lucio Dalla prese infatti qui una villa spettacolare, immersa in un tripudio di verde e colori, dove trovò ispirazione per molte delle sue canzoni più celebri.
L’unico luogo affollato dell’isola è la distesa di sabbia a pochi passi dal porto. Dopo una rigenerante nuotata in acque che nulla hanno da invidiare a mete esotiche, incamminandosi lungo il sentiero che in una ventina di minuti porta al centro dell’isola ha inizio un’esperienza multisensoriale che ci fa quasi perdere cognizione del tempo.
Durante il percorso, il mare fa capolino con le sue sfumature di blu e verde smeraldo tra i rami ricurvi della fitta vegetazione, e fermarsi per ammirare lo splendore è d’obbligo, approfittandone anche per riprendere fiato. Non lasciano senza parole solo questi incredibili scorci, ma ciò che stupisce e quasi disorienta è un surreale silenzio che, lasciata la spiaggia affollata, si percepisce all’istante e che già ci fa sentire in un’altra dimensione.
Abituati al solito fastidioso disturbo dei motori, in questa oasi naturalistica le sole macchine che circolano sono dei residenti e quindi le nostre orecchie possono concedersi un meritato riposo dai soliti rumori di città.
Oltre allo scricchiolio dei nostri passi, siamo circondati dal canto dei grilli nascosti tra gli alberi che fortunatamente regalano spesso un po’ di ombra. Può capitare tuttavia, in particolare dopo il tramonto, di cogliere d’un tratto un canto insolito, molto simile a un vagito di neonato, che ci impressiona: possiamo considerarci fortunati perché significa che abbiamo incontrato i nativi del posto, le famose diomedee, uccelli marini simili ad albatri che soggiornano qui da secoli e nidificano sulle scogliere dell’isola.
Ed ecco che quindi il visitatore, lasciandosi cullare dalla natura, arriva a scoprire le sfuggenti protagoniste di questo posto, nonché le sue misteriose custodi.
A rendere ancora più affascinante questo patrimonio floro-faunistico c’è infatti l’elemento mitologico: si narra infatti che la storia dell’arcipelago sia legata al nome di Diomede, valoroso condottiero dell’Iliade, che di ritorno da Troia gettò in mare tre giganteschi massi (corrispondenti a San Domino, San Nicola e Capraia) da cui poi ebbero origine le isole Tremiti.
La leggenda inoltre vuole che il guerriero si ritirò poi sull’arcipelago assieme ai suoi compagni e qui incontrò la morte. Dopo la sua scomparsa, Venere, spinta da compassione vedendo il dolore dei compagni di Diomede, li trasformò in uccelli, le diomedee appunto, perché facessero da guardia al sepolcro del loro eroe che si trova sulla vicina isola di San Nicola.
Ecco quindi spiegato il suono struggente e anomalo che prende vita solitamente nell’orario del tramonto e che rende ancora più suggestivo il paesaggio davanti a noi.
Ci piace volare con l’immaginazione e attribuire questo lamento ai compagni di Diomede che, colti da dolorosa malinconia, da allora non cessano di piangere la mancanza del loro condottiero in particolare quando si fa sera.
Facile quindi intuire come San Domino, nonostante la sua indubbia fama a livello turistico, abbia lo straordinario potere di mantenere preservata la propria anima, che è pronta a mostrare generosamente a chi si avventura per i suoi sentieri, offrendo un’esperienza che pochi altri posti sanno offrire, tra storia, musica, mitologia.