Che ora è? Quante volte abbiamo rivolto questa domanda o ci siamo posti l’interrogativo. Da sempre cerchiamo di definire i momenti che si succedono nel naturale trascorrere del tempo, di misurare attraverso una tecnica oppure uno strumento il nostro procedere.
E tralasciando l’oggi in cui risulta quasi banale determinare l’istante di interesse, visti i sofisticati e comuni apparecchi a disposizione, è intrigante conoscere come la misurazione del tempo sia stata tradotta nel corso dei secoli.
In termini tecnici, siamo di fronte alla gnomonica, la scienza che si occupa della divisione dell’arco diurno, della rappresentazione proiettiva della sfera celeste su diverse superfici. Insomma, in parole più semplici, riguarda la costruzione degli orologi solari, delle meridiane. Una sintesi di queste realizzazioni è ospitata nel museo civico del Tempo a Saracinesco, un piccolissimo comune in provincia di Roma, con meno di 200 abitanti e arroccato a 900 metri di altezza su un’altura dei monti Ruffi, non distanti dal confine abruzzese.
Un museo fra i vicoli
Un’esposizione anomala che vive in simbiosi con il borgo. Il sito presenta, infatti, una peculiare ed accattivante caratteristica: le sette postazioni museali sono distribuite nel centro storico e quindi occorre passeggiare fra i vicoli del borgo per raggiungerle, godendo degli spettacolari panorami e delle suggestive stradine. Un bella fusione fra visioni scientifiche e paesaggistiche, tra percorsi urbani e storici.
Il punto di partenza è l’ex mulino comunale, poco discosto dal municipio, che ospita la sede del museo con la sezione informativo-didattica. Nei vecchi locali, oggi ristrutturati, sono ben conservate le macchine che servivano per schiacciare le olive e ricavare un ottimo olio.
Da qui inizia la ricerca delle postazioni collocate nei vari punti del paese e costituite da orologi e meridiane: si va dall’orologio solare di Lambert a quello pastorale, dal globo di Matelica alla meridiana verticale. Un viaggio affascinante attraverso il tempo fra le macchine del tempo.
Nella piazza antistante il vecchio mulino si trova il primo esemplare: un grande cilindro che rappresenta una riproduzione maggiorata dell’orologio solare che i pastori solevano portare durante le loro escursioni ed ideato intorno all’anno mille da un monaco tedesco,
Salendo poi sulla Rocca del paese, originaria sede di un castello edificato nell’XI secolo ed oggi scomparso, si possono ammirare due bellissimi orologi: il primo orizzontale e l’altro solare analemmatico. Il nome non deve intimorire. L’analemma è la figura che rappresenta il percorso del sole nel corso di un anno, ricavata prendendo la posizione dell’astro nella stessa località, alla stessa ora di ciascun giorno. Unendo questa serie di punti si ottiene una curva che, nel caso terrestre, ha la forma di un otto.
Oltre a divertirsi a misurare a fissare il l’ora con l’ombra del proprio corpo, il visitatore potrà apprezzare una vista panoramica molto suggestiva che si estende a 360 gradi sulla valle in cui i fiumi Licenza e Aniene si congiungono. Non a caso il nucleo di saraceni, che fondò il paese (Saracinesco, appunto) al 900, scelse questo sperone di roccia da cui si domina un vasto territorio circostante.
Proseguendo nell’itinerario museale, si scende dalla Rocca e sulla relativa parete di contenimento si incontra un grande orologio verticale, su cui è incisa la frase carpe diem, mentre in basso il piano di una fontana costituisce il quadrante dell’orologio azimutale detto “di Lambert”.
In una piccolissima piazzetta poco discosta, completano il giro una riproduzione del Globo di Matelica, l’orologio solare di epoca romana rinvenuto nel 1985 a Matelica ed in grado di definire l’orario con uno scostamento di circa dieci minuti, ed un simpatico orologio a forma di rana, posto sul riqualificato lavatoio comunale, che misura l’ora attraverso l’ombra che si genera dagli occhi dell’anfibio.
Il tempo è un’illusione?
Il tempo è un’illusione, affermava Albert Einstein, e proprio partendo dalla relatività, la visita al museo di Saracinesco esprime una delle tante contraddizioni dei nostri tempi: il contrasto fra la voglia di perdere la cognizione del tempo e la necessità di rispettare i diversi orari della quotidianità. La poesia della passeggiata fra i vicoli deserti del paese induce all’agognato oblio temporale, mentre la visione dei tanti strumenti di misurazione riconducono ad una realtà imprescindibile.
In ogni caso, mossi dalla voglia di evadere o più semplicemente dalla curiosità, Saracinesco offre un’accattivante opportunità, troppo allettante per lasciarsela sfuggire.