La Dancalia è la regione a nord dell‘Etiopia che arriva fino a 120 metri circa al disotto del livello del mare.
È nata dopo che l‘altopiano, che si trova a oltre 2.000 metri sopra il livello del mare, è stato diviso in due dal sollevamento dello strato sottostante, il mantello. Una frattura lunga centinaia di chilometri, con due pareti, praticamente verticali, che hanno cominciato ad allontanarsi, lentamente ma inesorabilmente. Lo strato sottostante del mantello, al disotto della crosta terrestre, ha continuato a sollevarsi mentre la parte di crosta terrestre, compresa tra le pareti dell’altopiano che si allontanano, ha cominciato a scendere verso il centro della terra, dando così origine alla fossa tettonica etiopica.
Alla terra, che altrettanto lentamente veniva generata in fondo alla frattura, è stato dato il nome di Dancalia, caratterizzata dal crescere della sua estensione e dalla sua discesa incondizionata verso il centro della terra; mentre si estende e sprofonda, lo spessore della crosta terrestre diminuisce. Si tratta dell‘enorme cratere di un vulcano che non riesce a nascere, perché non ha l‘energia necessaria a rompere e superare lo strato di sale, di spessore variabile da uno a tre chilometri, che ne costituisce il sottosuolo. È riuscito a farlo solo in pochi punti, dove sono nati alcuni vulcani, tra questi l‘Erta Ale. Testimonianze di questo grande processo attivo in Dancalia e che vedrà la formazione di un nuovo continente e un nuovo oceano sono, oltre all’Erta Ale, anche il sito geotermico di Dallol, la vasta piana del sale e le sorgenti termali di Alalobed.
Il destino di questa regione è di essere sommersa da un nuovo oceano che separerà la parte orientale dell’Africa dal resto del continente. Oggi frontiera di un mondo sconosciuto a molti, domani confine di un nuovo continente, la Dancalia è la parte più a nord della Regione Afar e, per convenzione, ha inizio alla quota zero metri sul livello del mare. Le temperature elevate e la scarsissima disponibilità di acqua rendono dure le condizioni di vita. Padroni indiscussi della Dancalia sono gli Afar, una popolazione nomade e di guerrieri. Vivono in tribù e il capotribù è loro capo supremo e giudice.
Sono di religione mussulmana. Le donne coprono, pudiche, il volto davanti alle macchine fotografiche, gli uomini non si staccano dal loro kalashnikov. Non si può attraversare la Dancalia senza il loro consenso, anche se il Governo mette a disposizione dei militari, che seguono passo passo i visitatori.
Il calendario etiope è sette anni in ritardo rispetto a quello gregoriano e il capodanno è l’undici settembre.
Dancalia: cosa vedere
È la terra dove è stata ritrovata Lucy, lo scheletro fossile di un australopiteco di circa 3,3 milioni di anni, scoperto dall‘antropologo Donald Johanson nel 1974. Lucy con la sua postura bipede ed eretta, simile a quella degli umani, testimonia l’evoluzione della specie verso l’uomo moderno. Oggi è conservata nel museo nazionale dell’Etiopia, ad Addis Abeba.
Il vulcano Erta Ale
Famoso per il suo lago di magma permanente, il vulcano Erta Ale è il più attivo dell’Etiopia e attira visitatori da tutto il mondo. La sua lava, molto fluida, raffreddandosi velocemente, assume la tipica forma a corde. A seguito della recente apertura di una frattura laterale, il livello di lava è sceso di molti metri e viene nascosto alla vista dai fumi intrappolati nel cratere del vulcano.
La piana del sale
La piana del sale è una distesa di circa 8.000 km quadrati di superficie, che rappresenta la principale, se non l‘unica fonte di reddito per le popolazioni locali: l’estrazione del sale. Avviene con tecniche tradizionali e rigorosamente manuali: si spacca lo strato di sale, si ricavano, limandole, lastre rettangolari di dimensioni tali da poter essere trasportate dalle carovane di dromedari che, attraverso il Wadi Saba, gola scavata dal fiume Saba, raggiungono il villaggio, nel quale vengono vendute. A causa di anomali effetti meteorologici è possibile trovare la piana completamente allagata, quindi priva di attività per l’estrazione e la lavorazione dei blocchi di sale.
Dallol, sito geotermico
In mezzo all’enorme piana del sale c’è il sito geotermico di Dallol, una collina alta 50 metri, chiamata anche Collina degli spiriti. Dallol, un tripudio di colori (il rosso, il giallo, l’arancione, il verde, l’azzurro), è il punto più caldo e profondo del pianeta e fa impressione pensare che in questa zona lo spessore della crosta terrestre sia di appena sei chilometri. L’acqua sgorga da piccoli geyser a una temperatura elevata, prossima all’ebollizione, che da luogo a incrostazioni di cloruro di potassio, di sodio e di magnesio.
Ai piedi della collina si trovano le colonne di Dallol, torri saline alte decine di metri, e, poco distanti, il Lago giallo ed il pericoloso e corrosivo Lago nero.
Insomma, in Dancalia si ha la possibilità di vedere la fase intermedia di uno dei più importanti processi geodinamici della terra. Una fase precedente di tale processo si può osservare più agevolmente in Islanda, leggendo l’articolo sulla pianura di Thingvellir.